giovedì 6 giugno 2013

Come utilizzare gli scarti in cucina: ricette buonissime!

                    FRITTATA DI BUCCE DI FAVE


INGREDIENTI:
bucce di fave lavate e sbollentate in acqua salata; 
farina – peperone secco dolce a scaglie;
sale;
uova;
pecorino grattugiato;

olio extravergine d’oliva.










PROCEDIMENTO:
In una ciotola con uova sbattute, unire sale, pecorino e le bucce di fave leggermente infarinate. Adagiare il composto nella padella con olio extravergine già caldo. Cuocere da ambo i lati la frittata lasciando prendere leggermente colore. Prima di servire spolverare con il peperone secco rosso a scaglie.



                    Muffin allo yogurt con marmellata d’arancia
     



 INGREDIENTI:
250g di zucchero 
250g di yogurt
250g di burro
300g di farina
2 uova
1 bustina di lievito


PROCEDIMENTO: 

Lavorare lo zucchero con il burro, aggiungere le uova, la farina e il lievito setacciato.
Lavorare il composto per alcuni minuti ed aggiungere lo yogurt. Versare il composto negli appositi contenitori per 3/4, aggiungere la marmellata e ricoprirla con il restante composto.
Infornare a 180°C per circa 20 minuti. Servire con guarnizione a piacere (per esempio con una goccia di yogurt e scorzette d'arancia!)











             
                        MARMELLATA DI BUCCE D’ARANCIA

INGREDIENTI:
<!--[if !supportLists]-->-       <!--[endif]-->Bucce d’arancia (possibilmente biologiche)
<!--[if !supportLists]-->-       <!--[endif]-->Zucchero
<!--[if !supportLists]-->-       <!--[endif]-->Acqua 

PROCEDIMENTO:
<!--[if !supportLists]-->-       <!--[endif]-->Prelevare la parte arancione delle bucce d’arancia, evitando la parte bianca amara.
      

           
<!--[if !supportLists]-->-       <!--[endif]-->Mettere le bucce d’arancia, l’acqua e lo zucchero in un pentolino a fuoco lento. Girare in continuazione finché il composto si addensa e frullare con il mixer.
 

                  
         SORBETTO CON BUCCE DI MELA VERDE
       






       








INGREDIENTI:
1 litro di acqua;
250g di zucchero;
180g di bucce di mele verdi.                                                         


PROCEDIMENTO:
In una pentola d’acciaio sciogliere lo zucchero nell’acqua, unire le bucce di mele e lasciare sul fuoco per 12 minuti circa. Dopo aver lasciato raffreddare, centrifugare con un mixer a immersione. Versare nella sorbettiera e lasciare solidificare fino alla consistenza “da sorbetto”. In assenza di una sorbettiera, versare il liquido ottenuto in un contenitore d’acciaio e riporre in congelatore. Ogni 10 minuti, girare vigorosamente con una frusta sino ad ottenere la giusta consistenza.

lunedì 3 giugno 2013

Iniziative per il Recupero dei Prodotti Alimentari

Nel mondo esistono numerose ORGANIZZAZIONI e iniziative di intervento finalizzate alla riduzione e/o al RECUPERO DEI PRODOTTI ALIMENTARI NON PIÙ VENDIBILI MA ANCORA COMMESTIBILI che, una volta finiti fuori dal mercato, sarebbero destinati alla distruzione ed invece vengono distribuite a strutture deputate all’assistenza di persone e famiglie indigenti o emarginate.
Organizzazioni (profit e no-profit) che forniscono aiuti alimentari e che – grazie alle donazioni provenienti dall’industria, dalla distribuzione alimentare e dalla ristorazione – raccolgono molti prodotti.
Si tratta di organizzazioni prevalentemente di volontariato (il Banco Alimentare e la Società del Pane Quotidiano in Italia), o private (Last Minute Market).




LA FONDAZIONE BANCO ALIMENTARE ONLUS (FBAO)
Lo scopo della sua attività consiste nel provvedere "alla raccolta delle eccedenze di produzione agricola, dell’industria, specialmente alimentare, della grande distribuzione e della ristorazione organizzata; alla raccolta di generi alimentari presso centri della grande distribuzione nel corso della Giornata nazionale della colletta alimentare; e alla ridistribuzione a enti che si occupano di assistenza e aiuto ai poveri, agli emarginati e, in generale, a tutte le persone bisognose".
La FBAO opera sul territorio nazionale con 21 Organizzazioni Banco Alimentare, con cuicostituisce la Rete Banco Alimentare (Rete BA) che si avvale della collaborazione di 1500 volontari e di 118 persone retribuite per lo svolgimento della sua attività.




                    LAST MINUTE MARKET 


LAST MINUTE MARKET (LMM) è una società spin-off dell’Università di Bologna, nata nel 1998 come attività di ricerca e dal 2003 diventata una realtà imprenditoriale presente su tutto il territorio nazionale, con progetti volti al recupero dei beni invenduti (o non commercializzabili) a favore di enti caritativi.
Con oltre 40 progetti attivati in Comuni, Province e Regioni italiane, LMM ha consolidato un metodo di lavoro che permette di attivare in maniera progressiva il sistema di donazioni/ritiri, tenendo sotto controllo gli aspetti nutrizionali, igienicosanitari, logistici e fiscali.
Last Minute Market, infatti, non gestisce direttamente i prodotti invenduti, né ha magazzini o mezzi propri per il ritiro: l’organizzazione favorisce l’incontro diretto tra la domanda e l’offerta, occupandosi della messa in sicurezza di tutte le fasi del sistema.
Oggi le attività di LMM legate allo spreco alimentare sono indirizzate al recupero di prodotti alimentari, eccedenze di attività commerciali e produttive (LMM-FOOD), prodotti ortofrutticoli non raccolti e rimasti nei campi (LMM-HARVEST) e pasti pronti recuperati dalla ristorazione collettiva, come scuole e aziende (LMM-CATERING).


Nel corso degli anni il modello è stato esteso anche ad altre tipologie di beni e di attività commerciali e produttive (farmaci da banco e parafarmaci prossimi alla scadenza, libri o beni editoriali  destinati al macero, altri beni non alimentari), intervenendo ovunque si “producano” sprechi.
Alcuni numeri sui risultati concreti ottenuti da Last Minute Market:
- da uno degli ospedali di Bologna si recuperano ogni giorno 30 pasti pronti per la mensa, per oltre 35 mila euro l’anno;
- a Verona, da 8 mense scolastiche si recuperano 8 tonnellate all’anno di prodotti cotti, pari a 15 mila pasti;
- tra il 2010 e il 2011, nelle Province di Bologna e Ravenna sono stati ridistribuiti 43 mila pasti.
Tra le numerose iniziative collaterali realizzate da LMM si possono ricordare anche:
- l’ideazione, il lancio e la promozione della “Dichiarazione Congiunta contro lo Spreco Alimentare”, presentata il 28 ottobre 2010 al Parlamento Europeo a Bruxelles, nella quale sono specificati gli obiettivi da raggiungere entro il 2025 per ridurre lo spreco del 50% lungo tutta la filiera alimentare;
- il contributo alla promozione della “Legge Antisprechi” (L. 244/24 dicembre 2007), che ha permesso di incentivare la donazione di beni non alimentari;
- la campagna pluriennale Un anno contro lo spreco, promossa con l’alto patrocinio della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo, finalizzata a sensibilizzare l’opinione pubblica europea e italiana sulle cause e le conseguenze dello spreco.



Cause dello spreco








Secondo un’indagine realizzata a ottobre 2011 da Coldiretti-Swg, gli italiani hanno ridotto lo spreco alimentare per effetto della crisi economica.
Ben tre italiani su quattro, infatti, prestano maggiore attenzione alla spesa rispetto al passato per combattere gli sprechi e quindi risparmiare di più.
Tra le azioni messe in pratica per ridurre i food waste al primo posto si trova il fare la spesa in modo più oculato (47% degli intervistati), seguito dalla riduzione delle quantità acquistate (31%), dall’utilizzo degli avanzi nei propri pasti (24%) e dal porre più attenzione alle date di scadenza (18%).
Dopo anni si inverte la tendenza e si allunga il tempo passato dagli italiani a fare la spesa: il 61% confronta con più attenzione i prezzi, il 59% guarda alle offerte 3x2, senza però rinunciare alla qualità, un dato questo che si riscontra osservando come il 43% degli intervistati dichiari di accertarsi sempre della qualità dei prodotti e come una percentuale analoga ne verifichi il luogo di provenienza.

ECOCODICE PER SPRECARE MENO !

 
FARE SEMPRE UNA LISTA DETTAGLIATA DELLA SPESA
 
COMPRARE SOLO QUELLO CHE SI PREVEDE DI CONSUMARE
 
FARE ATTENZIONE AI PRODOTTI IN OFFERTA E ALLA LORO SCADENZA
 
RICORDARE CHE SPRECARE CIBO SIGNIFICA SPRECARE DENARO
 
CONTROLLARE CHE IL FRIGORIFERO SIA REGOLATO CORRETTAMENTE
 
METTERE IN VISTA I PRODOTTI PROSSIMI ALLA SCADENZA
 
RIUTILIZZARE QUEL CHE AVANZA DAI PASTI
 
NON SERVIRE PORZIONI ECCESSIVE
 
CONSERVARE IL CIBO IN MODO CORRETTO
 
ACQUISTARE FRUTTA E VERDURA DI STAGIONE
 
PREFERIRE PRODOTTI LOCALI
 
 

 
 

 



Buone pratiche

Quando fate la spesa, lasciate come ultimo acquisto i prodotti surgelati o quelli freschi che si trovano al banco frigo. In questo modo la catena del freddo non verrà interrotta e la qualità dell'alimento sarà mantenuta.

Nel frigorifero disponete i prodotti acquistati più recentemente dietro quelli con la data di scadenza più imminente.
In questo modo non potrete dimenticarvi di questi alimenti e, consumandoli prima eviterete di doverli buttare.

Non lasciate i cibi iniziati nelle confezioni aperte, ma assicuratevi che siano riposti in contenitori o sacchetti sigillati o comunque protetti dal contatto diretto con l'aria



venerdì 31 maggio 2013

Suggerimenti per la CONSERVAZIONE domestica degli alimenti

  • Il pesce deve essere al più presto eviscerato e pulito e preferibilmente avvolto in pellicola; il pesce non deve essere conservato per più di due giorni, i crostacei sono altamente deperibili: devono essere consumati entro 48 ore dall'acquisto.
  • La carne tritata deve essere consumata entro 24 ore dall'acquisto poiché facilmente deperibile;
  • Quando possibile, è conveniente conservare gli alimenti cotti e crudi separatamente per evitare il rischio di contaminazione crociata
  • Lo sbrinamento deve essere eseguito regolarmente, le pareti e i ripiani devono essere lavati durante la fase di sbrinamento.

Il freddo che conserva


venerdì 26 aprile 2013

Che differenza c'è tra "CONSUMARSI PREFERIBILMENTE ENTRO IL" e "CONSUMARSI ENTRO IL" ?

"Da consumarsi preferibilmente entro il..." significa che superato il giorno indicato sulla confezione, comincia un lento decadimento della qualità del cibo, che però può essere ancora commestibile se è stato adeguatamente conservato!

"Da consumarsi entro il.." significa che il cibo va consumato entro e non oltre la data di scadenza indicata sulla confezione. Infatti, oltre tale data il cibo perde sia le qualità organolettiche che nutrizionali e potrebbe anche diventare nocivo!
Alcuni di questi cibi però possono essere mangiati anche alcuni giorni dopo la scadenza, se adeguatamente conservati:  vediamo qui di seguito quali sono.

venerdì 19 aprile 2013

Il cibo scaduto va sempre buttato?


Evitare gli sprechi alimentari è sicuramente un imperativo di tutte le famiglie italiane, oggi più che mai.

Considerando la differenza tra la dicitura "da consumarsi preferibilmente entro " e  " consumarsi entro", ecco alcuni  CONSIGLI PER EVITARE DI BUTTARE CIBI SCADUTI ANCORA COMMESTIBILI:


Il latte fresco si può tranquillamente bere 1-2 giorni dopo la scadenza senza problemi.
Lo yogurt scaduto da 7 giorni  si può ancora consumare se non ci sono rigonfiamenti o muffe, ma i fermenti lattici rimasti vivi sono in quantità ridotta.
Le uova : STARE ATTENTI ! La legge fissa la scadenza entro 28 giorni dalla deposizione, ma i microbiologi consigliano di consumarle 8-10 giorni prima, per evitare qualsiasi problema.
Se vengono consumate crude o come ingredienti della maionese o della crema è meglio usare le uova "extra  fresche", classificate così fino a 7 giorni dopo la deposizione.
Le tagliatelle e la pasta fresca confezionata in atmosfera modificata,  si possono mettere in pentola anche dopo una settimana dalla data di scadenza, se non ci sono odori sospetti.
Per i salumi affettati in busta in atmosfera modificata è meglio rispettare la scadenza poiché ci potrebbe essere una crescita di Listeria. Il periodo di tempo consigliato per la consumazione varia da 30 a 60 giorni.
Per i wurstel la regola da rispettare è la data di scadenza (2-3 mesi) e, soprattutto non mangiarli crudi. Questo vale soprattutto per quelli fatti con carne di pollo poiché preparati con carne separata meccanicamente ottenuta dalla spremitura delle carcasse, che vanno sempre cotti in modo accurato.
Tutti i tipi di salmone, in genere scadono dopo 30-40 giorni. E' un prodotto molto delicato poiché è molto contaminabile da Listeria. Conviene anticipare di 8-10 giorni il consumo rispetto la scadenza riportata sull'etichetta.
La mozzarella vaccina in genere scade dopo 1 mese, è meglio anticipare il consumo che dovrebbe avvenire al massimo entro 3 settimane dalla produzione.
Per la zuppa o brodo già pronto confezionato, si deve rispettare assolutamente la scadenza (1 mese) e scaldare con cura sino all'ebollizione prima di servire.
Il tonno sottolio, ad esempio, è ancora mangiabile anche uno o due mesi dopo il termine di conservazione.
Pesce e carne surgelati sono buoni fino a due mesi dopo la scadenza del termine.
Le bevande, in particolare i succhi di frutta, sono buoni fino a 6 mesi dopo.
Per l’olio c’è tempo ancora un anno dopo che sono trascorsi 18 mesi dall’imbottigliamento.
I biscotti perdono sapore e fragranza dopo un mese dalla scadenza del termine.
Pasta e riso dopo due mesi

A prescindere comunque dalla data di scadenza, per decidere se mangiare o meno un alimento è importante verificare sempre che abbia "un bel colore", non presenti muffe, non presenti strani odori e , se confezionato non siano presenti rigonfiamenti.

Bisogna ricordare, infine, di fare maggiore attenzione nei mesi estivi: col caldo i prodotti possono deperire più velocemente, quindi il consiglio è quello di anticiparne il consumo il più possibile, senza aspettare la data di scadenza.

giovedì 18 aprile 2013

Programma ECOSCHOOLS


Anche quest’anno la nostra scuola, l’ISTITUTO PROFESSIONALE DI STATO SERVIZI PER L’ENOGASTRONOMIA E L’OSPITALITA’ALBERGHIERA“S.FRANCESCO” di Paola, ha aderito al Programma ECOSCHOOLS con un progetto che vuole sensibilizzare la comunità scolastica al rispetto per l’ambiente e promuovere comportamenti eco-sostenibili.

  • Considerato che il Parlamento Europeo ha votato in seduta plenaria (Strasburgo, 19 gennaio 2012) una Risoluzione su come evitare lo spreco di alimenti con la quale si pone l’obiettivo di ridurre del 50% gli sprechi alimentare entro il 2025 e di dichiarare il 2014 “Anno europeo contro gli sprechi alimentari”
  • considerata  la tipologia del nostro Istituto dove i ragazzi svolgono attività pratica nelle esercitazioni di cucina e studiano la trasformazione, la conservazione e la presentazione dei prodotti enogastronomici

quest’anno abbiamo deciso di porre l’attenzione sull’enorme quantità di cibo ancora commestibile che nel nostro paese  viene buttato via impropriamente divenendo un rifiuto.
Nei Paesi più “ricchi” la parte preponderante degli sprechi alimentari avviene a livello domestico e almeno il 60% di questo spreco potrebbe essere evitato!!!
L’obiettivo che ci prefiggiamo con questo progetto è proprio quello di provare a ridurre questo spreco

1.      indagando sul “perché” il cibo finisce nella spazzatura,

2.      proponendo possibili soluzioni per prevenirlo e ridurlo,

3.      riflettendo sul suo impatto ambientale e socio-economico perché GETTANDO via il CIBO si sprecano le risorse naturali– SUOLO, ACQUA, ENERGIA  necessarie per produrlo, trasformarlo, distribuirlo e poi …smaltirlo come rifiuto...
A fianco delle conoscenze che andremo ad approfondire riguardo la pianificazione degli acquisti e le corrette tecniche di conservazione, gli alunni prepareranno insieme ai loro proff. di cucina un vero e proprio MENÙ a base di avanzi e scarti di cibo.
 Le classi coinvolte competeranno tra loro per la “migliore” ricetta che sarà scelta da una giuria di “assaggiatori , sarà filmata e postata in questo Blog e sul sito Internet della nostra scuola.

mercoledì 17 aprile 2013

Anno europeo contro lo spreco alimentare

La commissione europea potrebbe presto dichiarare il 2014 l'anno europeo contro lo spreco alimentare, un fenomeno quello del cibo ancora buono che finisce nella pattumiera di proporzioni sempre più allarmanti (gettiamo un terzo del cibo prodotto!). E' come se ognuno di noi ogni anno buttasse nella pattumiera 108 Kg di cibo. Il fenomeno è quindi grave e preoccupante sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista ambientale.
Immagine e dati tratti da Barilla center for food & nutrition